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Cannobio (itinerario arca).

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Cannobio, cittadina della sponda piemontese del lago Maggiore, a una decina di chilometri dal confine con la Svizzera. Durante la Resistenza, occupata dai nazifascisti, Cannobio viene liberata nel corso di un’azione della divisione Piave che dà il via alla liberazione della Valle Cannobina e della Val d’Ossola, e quindi all’esperienza della “repubblica” dell’Ossola.
Il 2 settembre 1944 Cannobio viene liberata dall’occupazione nazifascista dall’azione della divisione “Piave” (composta dalla brigata “Cesare Battisti” e dalla brigata “Generale Perotti”). Ha così inizio la liberazione dell’Ossola.
Periodo ottimale per la visita:Cannobio è raggiungibile da Verbania percorrendo la Strada Statale 33 del Lago Maggiore in direzione confine svizzero (Locarno), la distanza è di circa 18 km. In direzione opposta è raggiungibile da Locarno passando per Ascona e Brissago, per una distanza complessiva di 20 km.
Descrizione

Le forche fatte costruire dal comando nazifascista sul lungolago.

 

La lapide in ricordo dei partigiani uccisi a Cannobio.

 

Il lungo lago.

 
Descrizione Specifica del luogo:
La visita del lungo lago permette di percorrere i luoghi correlati agli eventi descritti. Qui si trova una lapide a ricordo dei partigiani uccisi dai nazifascsiti durante la fase di rioccupazione della città. Essa è posa accanto a un albergo che fu sede del comando tedesco e poi del comando partigiano.
Aspetti storici:
Il 26 agosto 1944, in seguito a uno scontro con i partigiani, il comando tedesco arresta a caso 55 abitanti di Cannobio. Il 31 agosto vengono innalzate delle forche sul lungolago. I nazisti ordinano ai partigiani di rilasciare i fascisti loro prigionieri e minacciano di impiccare gli ostaggi.
Il comando della divisione Piave decide di non sottostare al ricatto e il 2 settembre attacca i presìdi nazifascisti. In poche ore la città è liberata. Si nomina un commissario civile per regolare la vita cittadina. I civili prigionieri vengono trasferiti dai tedeschi a Varese. Con la smobilitazione del presidio fascista di Oggebbio tutta la litoranea, dal confine svizzero a Intra, è libera. E’ l’inizio della liberazione dell’Ossola. I giorni seguenti le forze partigiane della “Piave” risalgono e liberano la Valle Cannobina e la Valle Vigezzo, congiungendosi a Domodossola con la “Valdossola” e la “Valtoce”. Dato il concentrarsi delle operazioni verso Domodossola, a difesa di Cannobio rimangono esigue forze partigiane che, il 9 settembre, vengono sopraffatte da reparti nazifascisti, che rioccupano la città.
Narrazioni:
Cannobio, 26 agosto 1944: alcuni sparsero la voce dell’arrivo delle SS. I tedesci avevano intenzione di fucilare sessantacinque cannobiesi qualora si fosse verificato qualche incidente. Verso mezzanotte una pattuglia di partigiani scese dalle montagne per far rifornimento di viveri.
Arrivati alle “quattro strade” si fermarono perché sentirono un chiacchierio in tedesco. “Mani in alto” gridarono.Forse per la paura dell’improvvisa apparizione il comandante tedesco lasciò partire un colpo basso e ne seguì una sparatoria in cui i tedeschi ebbero la peggio. Per rappresaglia il 27 agosto il comandante tedesco ordinò l’allestimento di tre forche in riva al lago e il rastrellamento degli abitanti delle vie principali di Cannobio. Vennero fermati 130 uomini e tenuti sotto tiro fino a tardo pomeriggio. Per fortuna uno dei tedeschi che era rimasto ferito nella sparatoria scagionò la popolazione di Cannobio precisando che la colpa era dei partigiani e non della gente del paese.
Le forche furono comunque issate e fu chiesto al podestà Reschigna di scegliere tra i rastrellati le persone da impiccare; Reschigna offrì se stesso e del denaro pur di salvare i suoi cittadini. Sia il podestà che il prevosto cercarono di far cambiare idea al comandante tedesco che alla fine decise di prendere in ostaggio cinquanta uomini. I prigionieri furono mandati al carcere di S. Vittore a Milano e da lì molti furono trasferiti nei campi di concentramento in Germania, molti non fecero più ritorno.
(Racconto tratto da una ricerca condotta dalla classe II B della Scuola Media di Cannobio nell’anno scolastico 1999-2000).
Bibliografia:
Classe II B della S.M.S. di Cannobio a.s. 99/00 Riscopriamo mestieri, tradizioni, storie e leggende fra lago e torrente, fra passato e presente, Cannobio 2000.

A cura di: Canzian Marcella