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Intra, frazione di Verbania, cittadina sulla riva piemontese del lago Maggiore, fra il 1943 e il 1945, Intra è luogo di resistenza antifascista e crogiuolo di elaborazione e di esperienza politica.
Periodo ottimale per la visita:Tutto l’anno.
Tasso di difficoltàTuristico
Descrizione
Tempo necessario per la visita:Mezza giornata.

La lapide in memoria del partigiano Lillo.

 

Palazzo Flaim

 

La Villa Caramora.

 
Descrizione Specifica del luogo:
Di seguito sono descritti alcuni luoghi di Intra, strettamente connessi con gli avvenimenti della lotta partigiana.
I fascisti occupano la Caserma Simonetta (oggi sede della Guardia di Finanza) con la Guardia Nazionale Repubblicana; il Teatro sociale (il cui edificio è stato abbattuto nel dopoguerra) e la Casa del Fascio (oggi palazzo Flaim, sede del Consiglio Comunale di Verbania) con i reparti della brigata nera. Alla Casa del Fascio venivano condotti i prigionieri, che qui subivano interrogatori e torture.
Durante il rastrellamento il comando tedesco occupava Villa Caramora, (oogi sede del …) che successivamente diviene sede della Polizia dell’Africa Italiana. Negli scantinati della villa sono rinchiusi e torturati i prigionieri. Da qui, il 20 giugno 1944, parte il corteo dei 43 antifascisti fucilati a Fondotoce.
I fascisti controllavano Intra per mezzo di diversi posti di blocco fortificati dislocati nei punti strategici della città: il ponte del Plusc e il ponte alla foce sul torrente San Bernardino, il ponte di sasso e il ponte alle vigne sul torrente San Giovanni, la rotonda di corso Cairoli, dove transitava il tram della linea Intra-Premeno.
Gli antifascisti e i componenti del gruppo di azione partigiana (GAP) dovevano agire in clandestinità. La loro presenza in città era viva, ma le loro identità, i loro luoghi di residenza e percorsi rimanevano segreti. Costituivano una città invisibile nella città. In particolare, il centro storico cittadino offriva loro diverse opportunità di sorprendere i fascisti per disarmarli o di sfuggire alla cattura, seminando gli inseguitori in un reticolo di stradine, portoni, solai.
Aspetti storici:
Nel luglio 1943, in seguito alla caduta del fascismo, anche Intra conosce la ripresa della vita politica e la ricostituzione dei partiti politici, che, dopo l’otto settembre, costretti alla clandestinità, intrecciano la loro vicenda a quella del movimento di Resistenza. A Intra si costituiscono reti di solidarietà e sostegno ai primi gruppi partigiani. I componenti della rete antifascista agiscono in clandestinità e, all’inizio, indipendentemente fra loro. Compiono azioni di disturbo, recuperano armi, vestiti, medicine, generi alimentari per le bande, si adoperano per diffondere le idee antifasciste fra la popolazione attraverso cauti contatti e volantini. La città è sede di scontri e trattative fra fascisti e forze partigiane.
Narrazioni:
Dopo la Strage di Trarego del febbraio 1945 il padre di uno dei ragazzi uccisi che frequentava l’osteria intrese del Pacific pingeva spesso nel ricordare il figlio. L’oste, il Pacific, un giorno affermò che i fascisti erano assassini senza pietà. La sua frase non tardò a giungere all’orecchio delle Brigate Nere ed uno di essi per avvertimento sparò una raffica sull’insegna dell’osteria raffigurante S.Pietro. L’oste commentò (Quello lì non durerà tanto, perché non si può sparare ad un quadro).
Una settimana dopo lo sparatore veniva ucciso da un’incursione dei partigiani al ponte di Sasso.
Bibliografia:
Biganzoli, A. Le mappe della memoria, Comune di Verbania, Verbania, 2004.

A cura di: Canzian Marcella