Vie
Temi
Territorio

Cerca:


Le fortificazioni del Monte Vadà

 Scarica la mappa

Le fortificazioni del Monte Vadà, situato tra Passo Folungo e il Monte Zeda, costituivano il tratto finale della linea fortificata di cresta che va dal Monte Morissolo alla cima più elevata della zona: il Monte Zeda (2156 m).

La carrareccia che da Colle arriva a Pian Puzzo è l’originaria strada Cadorna. In questo tratto si incontra uno dei manufatti più interessanti, costituito da due casermette denominate Ospedaletti, di cui è possibile osservare la facciata ancora discretamente conservata.
Periodo ottimale per la visita:Dalla primavera alla fine dell’autunno. Sono, comunque percorsi che si fanno agevolmente anche con pista innevata con racchette da neve e, con neve compatta, anche solo con scarponi.
Tasso di difficoltàEscursione
Descrizione
Tempo necessario per la visita:Da Pian Cavallo si raggiunge Colle in 15 minuti di automobile. Da Colle a Passo Folungo circa 45 minuti di strada sterrata, in automobile.Da Passo Folungo al Monte Vadà e ritorno: circa tre ore.

Resti di un fortino.

 

La strada Cadorna da passo Folungo al pian Vadà.

 

Verso pian Puzzo,la galaverna.

 

Le trincee del Pian Vadà. Foto archivio Parco Nazionale Val Grande.

 

Il Pian Vadà precede la salita al monte Zeda. Foto archivio Gianoglio M., Verbania.

 
Descrizione specifica del manufatto:
Da Passo Folungo, seguendo le indicazioni per lo Zeda arrampicandosi lungo un sentiero di cresta, si incontrano le prime opere: una serie di postazioni a mezzaluna in pietre a secco; da loro si diparte una trincea che entra tra gli alberi proteggendo il versante sud dello sperone dirigendosi verso Ortighedo (valle Cannobina). E’ la trincea più stretta e profonda di tutta la linea dell’Ossola. Tornati sul sentiero (segnale bianco e rosso)  bisogna arrampicarsi  sulle roccette, con percorso ripido e difficoltoso, superando i ruderi di un fortino per tiratori scelti che controllava il passo, mentre prima di incrociare la strada militare troviamo i resti di altri due appostamenti. Seguendo la strada militare si arriva alla base del Monte Vadà, dove si trovano le macerie del rifugio CAI abbattuto, nel 1944, dal bombardamento effettuato dalle truppe tedesche. Per un centinaio di metri si riprende la mulattiera verso lo Zeda. Arrivati ad un segnale si gira a destra risalendo la cresta, su un sentierino molto stretto che ci porta all’erta erbosa verso la vetta del Vadà dove, poco prima, incontriamo un fortino ad U con annessa trincea. Sulla vetta due massi recano incise delle croci ed una coppella preistorica. Si prosegue  scendendo tra le rocce lungo la cresta nord: due postazioni isolate, una trincea che circonda a mezzaluna la vetta e più sotto un’altra, più breve, guarda verso Falmenta. Rifatto all’inverso il percorso, senza scendere sulla mulattiera, la seguiamo dall’alto lungo la cresta erbosa del Pian Vadà, quasi alla base del Monte Zeda si trova una trincea sul versante nord e una postazione con casermetta (molto distrutte) su quello sud. Dalla base dello Zeda, la pista a sinistra conduce verso il Monte Marona: lungo di essa si possono individuare, qua e là, i pochi resti di fortificazioni. Seguendo questa pista si può risalire allo Zeda per la via più comoda; lo Zeda è la vetta regina del Verbano e, alla sua base, erano posti spiazzi per artiglieria, mai completati ed ora difficili da trovare. Da qui il panorama è grandioso: Monviso, Rosa, Bernina, Cervino, laghi e pianura Padana!. Abbiamo così visitato la parte terminale della strada Cadorna che si affaccia sulla Val Pogallo. Da questo alpeggio avrebbe dovuto inerpicarsi la strada, mai realizzata. completando così l’anello.
Aspetti storici:
Le strade della linea militare furono fatte costruire dal generale Luigi Cadorna, comandante in capo dell’esercito italiano nella prima guerra mondiale e nativo di Pallanza (ora Verbania).Un ampio reticolo di trincee, camminamenti, fortini, gallerie, depositi, ospedaletti, osservatori, postazioni per artiglieria, stallaggi per le salmerie era raggiungibile con strade oggi utilizzate sia per il collegamento automobilistico (nelle zone inferiori del territorio) che per l’escursionismo in quelle superiori. Il lungo anello della “Strada Cadorna” ha inizio a Pian di Sole, sopra Premeno e da qui, con strada ora asfaltata, raggiunge Colle e Trarego.. Questo anello aveva lo scopo di assicurare i collegamenti ed i rifornimenti, al coperto, delle postazioni più avanzate, posizionate in quote più elevate. Il tratto più ardito del percorso parte da Colle e raggiunge, con strada sterrata, l’alpeggio di Archia (ristoro alpino) e Passo Folungo. La strada Cadorna si inerpica ora fino a Pian Vadà, con tornanti ancora ben conservati. Dal Pian Vadà (m. 1836) la strada Cadorna, presenta uno stato di conservazione minore, ma ancora significativo raggiunge la sella tra il Monte Zeda (m. 2156) e il Monte Marona (m  2051) affacciandosi in Val Pogallo. In Val Grande e in Val Pogallo non venne predisposto alcun baluardo, essendo sopravvenuta la fine della guerra. La strada militare, raggiunto il ponte Casletto da Rovegro, venne completata fino a Cicogna nel dopoguerra.Cadorna aveva progettato una rotabile che doveva salire alla Zeda, percorrendo, dopo Cicogna, la Val Pogallo, completando, in tal modo, un’opera di ingegneria militare tra le più audaci e significative delle Alpi.
Connessione ad altri temi:
Itinerari escursionistici.Storia della  prima guerra mondiale.con particolare riferimento alla linea Cadorna.
Bibliografia:
1. Viviani A. – Corbella R.La Linea Cadorna:Val d’Ossola –Lago Maggiore – Val d’Intelvi – Lago

di Como – Valtellina

Macchione Editore –  Azzate (VA) – Agosto 2000.

 

2.  L'Alto Verbano ambiente,itinerari,cultura-             editore Tararà-Verbania, 1998

A cura di: Ramoni Carlo