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Le fortificazioni del Monte Spalavera e di Cima d’Alpe

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Le fortificazioni di Cima d’Alpe costituivano, con le vette fortificate del Monte Spalavera e dei monti Bavarione e Vadà, i punti di forza alle spalle della batteria in caverna del Monte Morissolo.


Queste fortificazioni difendevano la lunga serie di creste e vette che da Pian Cavallo salgono al Monte Zeda.

Unitamente a quelle che da Trarego si congiungevano a Colle servivano a respingere un eventuale attacco sferrato dalla frontiera montana tra Locarno, il Limidario e i Gridoni, nell’ipotesi di un’invasione nemica attraverso la neutrale Confederazione Elvetica.
Periodo ottimale per la visita:Dalla primavera alla fine dell’autunno. Sono, comunque percorsi che si fanno agevolmente anche con pista innevata con racchette da neve e , con neve compatta, anche solo con scarponi.
Tasso di difficoltàTuristico
Descrizione
Tempo necessario per la visita:Da Pian Cavallo si raggiunge Colle in 10 minuti di automobile.Il giro , da Colle e ritorno, richiede circa due-tre ore di tempo.

Le fortificazioni di Cima d'Alpe.

 

Trincee sul monte Spallavera.

 
Descrizione specifica del manufatto:
Sulla strada,in direzione di Trarego,  si incontra a sinistra una mulattiera che sale fino a raggiungere il piazzale di Cima d’Alpe ove esiste una casermetta, addossata alla roccia e ancora ben conservata. A sinistra della casermetta vi è un’entrata nella roccia che porta ad una galleria con varie ramificazioni. Al di sopra dell’entrata, una scaletta in pietra conduce ai resti di alcune trincee, posizionate a vari livelli. Lungo la mulattiera, prima di Cima d’Alpe, un sentiero, segnalato con  tabelle bianco e rosse dalla Comunità Montana Alto Verbano, ci permette di risalire verso la cima del Monte Spalavera. Lungo la salita si osservano ancora delle trincee e si incontra un cippo dedicato ad un caduto partigiano. La  più bella trincea, stretta e profonda, tutta in muro di pietre squadrate, si trova sulla cima. Un ripiano erboso sottostante, sostenuto da muri a secco, indica il luogo dove era posizionata una batteria di cannoni. Sulla vetta è stata posata una croce sopra il segnale trigonometrico nel quale è stata murata una targa: “Sono monti aspri monti sembran ponti verso l’eternità”.
Aspetti storici:
Le strade della linea militare furono fatte costruire dal generale Luigi Cadorna, comandante in capo dell’esercito italiano nella prima guerra mondiale e nativo di Pallanza (ora Verbania). Un ampio reticolo di trincee, camminamenti, fortini, gallerie, depositi, ospedaletti, osservatori, postazioni per artiglieria, stallaggi per le salmerie era raggiungibile con strade oggi utilizzate sia per il collegamento automobilistico (nelle zone inferiori del territorio) che per l’escursionismo in quelle superiori. Il lungo anello della “Strada Cadorna” ha inizio a Pian di Sole, sopra Premeno e da qui, con strada ora asfaltata, raggiunge Colle e Trarego.. Questo anello aveva lo scopo di assicurare i collegamenti ed i rifornimenti, al coperto, delle postazioni più avanzate, posizionate in quote più elevate. Il tratto più ardito del percorso parte da Colle e raggiunge, con strada sterrata, l’alpeggio di Archia (ristoro alpino) e Passo Folungo. La strada Cadorna si inerpica ora fino a Pian Vadà, con tornanti ancora ben conservati. Dal Pian Vadà (m. 1836) la strada Cadorna, presenta uno stato di conservazione minore, ma ancora significativo raggiunge la sella tra il Monte Zeda (m. 2156) e il Monte Marona (m  2051) affacciandosi in Val Pogallo. In Val Grande e in Val Pogallo non venne predisposto alcun baluardo, essendo sopravvenuta la fine della guerra. La strada militare, raggiunto il ponte Casletto da Rovegro, venne completata fino a Cicogna nel dopoguerra.Cadorna aveva progettato una rotabile che doveva salire alla Zeda, percorrendo, dopo Cicogna, la Val Pogallo, completando, in tal modo, un’opera di ingegneria militare tra le più audaci e significative delle Alpi.
Connessione ad altri temi:
Itinerari escursionistici.Storia della  prima guerra mondiale.con particolare riferimento alla linea Cadorna.
Bibliografia:
1. Viviani A. – Corbella R.

La Linea Cadorna:Val d’Ossola –Lago Maggiore – Val d’Intelvi – Lago di Como – Valtellina

Macchione Editore –  Azzate (VA) – Agosto 2000

 2. Istituto Geografico De Agostini

  La Val Grande, l’Alto Verbano e la Valle Intrasca  - Novara 1989.

3. L'Alto Verbano ambiente,itinerari,cultura

    Comunità Montana Alto Verbano, editore Tararà-Verbania, 1998

A cura di: Ramoni Carlo