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Le fortificazioni del Monte Bavarione

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Le fortificazioni del Monte Bavarione, situato tra il Monte Spalavera e il Monte Vadà, costituivano la linea fortificata di cresta che va dal Monte Morissolo alla cima più elevata della zona: il Monte Zeda (2156 m).

La carrareccia che da Colle arriva a Pian Puzzo è l’originaria strada Cadorna. In questo tratto si incontra uno dei manufatti più interessanti, costituito da due casermette denominate Ospedaletti, di cui è possibile osservare la facciata ancora discretamente conservata.
Periodo ottimale per la visita:Dalla primavera alla fine dell’autunno. Sono, comunque percorsi che si fanno agevolmente anche con pista innevata con racchette da neve e, con neve compatta, anche solo con scarponi.
Tasso di difficoltàTuristico
Descrizione
Tempo necessario per la visita:Da Pian Cavallo si raggiunge Colle in 15 minuti di automobile. Da Colle a Pian Puzzo circa 30 minuti di strada sterrata, in automobile.Da Pian Puzzo alla cima del Monte Bavarione e ritorno circa tre ore.

Gli ospedaletti di Pian Puzzo.

 

Le postazioni di guardia.

 
Descrizione specifica del manufatto:
Prima di iniziare l’ascesa al Monte Bavarione possiamo visitare una serie di trincee, imboccando,  poco prima degli Ospedaletti, una breve mulattiera che parte da uno slargo della strada Cadorna e raggiunge i resti di appostamenti blindati per obici e cannoni, con stanzette sotterranee unite da gallerie e cunicoli. La risalita del Monte Bavarione parte invece dalla località “Pian Puzz” ad un doppio bivio che indica una biforcazione della strada Cadorna: da un lato essa percorre il versante cannobino fino a Passo Folungo passando per Archia; dall’altro, Passo Folungo, viene  raggiunto dal versante verbanese del torrente San Giovanni. I due rami della strada contornano il Monte Bavarione. Da Pian Puzzo il reticolo delle mulattiere militari si completa con quella che raggiunge Piazza (verso Trarego), mantenendosi sul versante Cannobino del Monte Spalavera. Prendiamo, dunque, il sentiero erboso che da “Pian Puzz” risale a mezza costa, in direzione Zeda, ritrovando una mulattiera dove si incontrano resti di postazioni blindate all’aperto e in caverna. La mulattiera sale a tornanti terminando su di un’ampia postazione costruita su un muraglione in pietra ancora ben conservato.Superiamo questo punto raggiungendo il sentiero di cresta che ci accompagna ad un cippo partigiano. La cima è circondata da una serie di trincee circolari, in pietra  a secco, e da resti di postazioni. Scendiamo per il prato erboso fino ad una mulattiera con bunker distrutti che ci porta a Passo Folungo. Da qui si può tornare a Pian Puzzo, scegliendo uno dei due rami della strada Cadorna. Dal lato Cannobino, verso Archia, in prossimità di una fonte, troviamo una lunga galleria franata di cui, in questi anni, si è occupata la cronaca, per i supposti ritrovamenti di materiale esplosivo.
Aspetti storici:
Le strade della linea militare furono fatte costruire dal Generale Luigi Cadorna, comandante in capo dell’esercito italiano nella prima guerra mondiale e nativo di Pallanza (ora Verbania).
Un ampio reticolo di trincee, camminamenti, fortini, gallerie, depositi, ospedaletti, osservatori, postazioni per artiglieria, stallaggi per le salmerie era raggiungibile con strade oggi utilizzate sia per il collegamento automobilistico (nelle zone inferiori del territorio) che per l’escursionismo in quelle superiori.
Il lungo anello della “Strada Cadorna” ha inizio a Pian di Sole, sopra Premeno e da qui, con strada ora asfaltata, raggiunge Colle e Trarego Viggiona.
Questo anello aveva lo scopo di assicurare i collegamenti ed i rifornimenti, al coperto, delle postazioni più avanzate, posizionate in quote più elevate.Il tratto più ardito del percorso parte da Colle e raggiunge, con strada sterrata, l’alpeggio di Archia (ristoro alpino) e Passo Folungo. La strada Cadorna si inerpica ora fino a Pian Vadà, con tornanti ancora ben conservati. Dal Pian Vadà (m. 1836) la strada Cadorna, presenta uno stato di conservazione minore, ma ancora
significativo raggiunge la sella tra il Monte Zeda (m. 2156) e il Monte Marona (m  2051) affacciandosi in Val Pogallo.
In Val Grande e in Val Pogallo non venne predisposto alcun baluardo, essendo sopravvenuta la fine della guerra.
La strada militare, raggiunto il ponte Casletto da Rovegro, venne completata fino a Cicogna nel dopoguerra.Cadorna aveva progettato una rotabile che doveva salire alla Zeda, percorrendo, dopo Cicogna, la Val Pogallo, completando, in tal modo, un’opera di ingegneria militare tra le più audaci e significative delle Alpi.
Connessione ad altri temi:
Itinerari escursionistici.Storia della  prima guerra mondiale.con particolare riferimento alla linea Cadorna.
Bibliografia:
1. Viviani A. – Corbella R.

La Linea Cadorna:Val d’Ossola –Lago Maggiore – Val d’Intelvi – Lago di Como – Valtellina.

Macchione Editore –  Azzate (VA) – Agosto 2000.  2. Istituto Geografico De Agostini
La Val Grande, l’Alto Verbano e la Valle Intrasca  - Novara 1989.

3. L'Alto Verbano ambiente,itinerari,cultura Comunità Montana Alto Verbano
    editore Tararà-Verbania, 1998

A cura di: Ramoni Carlo