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I luoghi di scarico del legname flottato sui torrenti di Intra.

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Periodo ottimale per la visita:senza limitazione.
Percorso adatto a portatori di Handicapsi
Descrizione
Tempo necessario per la visita:si può percorrere  a piedi il lungolago di Intra situato tra i due ponti, in circa 20 minuti o parcheggiare nelle vicinanze dei ponti.

I magazzini del legname nella zona dell'attuale Società Canottieri Intra,alla foce del torrente S.Giovanni,foto Pasquale Bossi,1870.

 

Raccolta del legname al porto di Intra. Da archivio di Ballinari R.,Verbania.

 

La foce del torrente S.Giovanni era luogo di raccolta di legna e sassi da costruzione.

 
Descrizione specifica del manufatto:
Sulle sponde, nei pressi delle segherie come presso gli approdi dei barconi o delle strade carreggiabili, si crearono spiazzi destinati a ricevere il legname che veniva accatastato in attesa di ulteriori destinazioni; erano i cosiddetti “gabbi”, regolati anch’essi da diritti d’uso, fittane e concessioni. La flottazione del legname è stato un traffico molto antico regolamentato già dagli “Statuti” del 1300.Gli alberi delle alte valli intrasche venivano tagliati in borre e borretti (in travi e travicelli) che venivano recisi, contrassegnati con le sigle caratteristiche dei proprietari e condotti fino al pendio delle vallate dove i fiumi, ingrossati dalle piogge, avrebbero poi pensato a trascinarli a valle non senza danno alle sponde (commercio della flottazione). Il solo S. Bernardino avrebbe flottato 300 mila tronchi  Gli alberi portati a valle dalla furia delle alluvioni e addossati alle rive venivano attribuiti ai proprietari dei terreni a meno che si potesse provare la loro provenienza. Spesso i pescatori di legna si avventuravano tra le acque ancora agitate del fiume e del lago armati di singolari fiocine (commercio delle buzze). Portata a Intra, tutta questa legna veniva lavorata nelle molte” resighe” o segherie che sfruttavano la forza dell’acqua e poi utilizzata in loco o condotta attraverso il Ticino a Milano o altrove. L’ultimo regolamento è del 18 febbraio 1825 e , oltre alle tasse, definiva i tre luoghi per lo scarico e il deposito di travi, borre e borretti: - il primo, detto Gabbio di S. Giovanni,  era compreso tra il ponte e il lago; - il secondo era nello spazio tra il Porto Simonetta e il confinante territorio di Arizzano; - il terzo si trovava nello spazio tra la sponda destra del S. Bernardino e i confini del territorio di Pallanza. La rivatura, lo scarico e il deposito al di  fuori di questi luoghi comportava un’ammenda di 10 cent. per legno e per giorno. Era inoltre vietato introdurre legna nel seno di lago denominato la Fiumetta poiché questo spazio doveva servire al ricovero di barche in tempo di piene o di burrasca. Il provento delle tasse di flottazione e di rigatura (e delle multe) era destinato alla costruzione e alla manutenzione delle rive e delle piarde.La flottazione venne vietata nel 1875 per salvaguardare i ponti costruiti in vari punti delle vallate e sulla strada nazionale lungo la riva del lago e il trasporto fu sostituito con mezzi più moderni.
Connessione ad altri temi:
Le rogge, i mulini, l’Acquamondo.
Bibliografia:

1. Boccardi R. – 1949

   “Antiche e recenti cronache di traffici    ed industrie in Intra” 2. Sutermeister Cassano V.,     Carlo Sutermeister tra Intra e Val          Grande p.p 44, Alberti libraio editoreVerbania, 1992

A cura di: Ramoni Carlo