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Il Torrente San Bernardino

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Il torrente San Bernardino nasce sul monte Togano. Assume all’inizio il nome di rio Biordo. Dall’unione di altri rii provenienti dalla Val Gabbio si forma il vero e proprio torrente dal nome rio Fiorina, poi rio Valgrande (fino alla confluenza col rio Pogallo) e infine San Bernardino fino alla foce nel lago Maggiore.

Periodo ottimale per la visita:Tutto l'anno.
Tasso di difficoltàTuristico
Descrizione

A Santino il S.Bernardino entra in piana alluvionale e cambia le sue caratteristiche torrentizie.

 

Il torrente S.Bernardino a monte del pozzone di Santino, quando attraversa il territorio del Parco Nazionale della Val Grande.Il suo percorso è ricco di cascatelle e salti d'acqua.

 

Il torrente S.Bernardino all'altezza del ponte del Plusc.

 

Il torrente S.Bernardino in prossimità della foce. Si noti il nuovo Terzo ponte.

 

Le acque limpide dei pozzoni e delle forre scavate dal torrente S.Bernardino nei millenni.

 

Il torrente S.Bernardino prima del Terzo ponte.

 
Descrizione specifica del manufatto:

Il S.Bernardino nasce sul monte Togano. Assume all’inizio il nome di rio Biordo, dall’omonima alpe dove  si diparte, unendosi poi ai torrenti provenienti dalla Val Rossa, dal pizzo dei Diosi, dalla Valle Aperta, dalla valle Portatola.

Dall’unione con altri rii, il torrente comincia ad assumere una sua specifica fisionomia e diventa più dinamico, attivo e veloce, trasportando tutto ciò che incontra: tronchi, ghiaia, ciottoli. Si formano cascatelle, rapide, gole o “forre”, marmitte o caldaie; il tutto si sfoga nella cupa gola de “l’Arca”. Superato lo stretto anfratto, il torrente raccoglie ancora nuove acque dalla Val Piana e dalla Val Caurì.  

Siamo ad Orfalecchio, un tempo alpeggio, bagnato dal Riale Ancino.

Salti e strettoie inducono le acque ad assumere un andamento irregolare che continua a scavare, ad allargare e ad approfondire l’alveo.

Passando tra i boschi si snoda tra il ponte Velina e il ponte Casletto, dove riceverà un po’ più a valle, le acque del Rio Pogallo. Dopo quest’unione le sue acque diminuiscono di velocità e, dopo aver attraversato vari territori comunali quali S.Bernardino Verbano,Cossogno e Verbania, sfociano infine, nelle acque del lago Maggiore. La Val Grande e la Val Pogallo costituiscono la parte centro settentrionale del bacino idrografico del torrente San Bernardino, il quale sfocia nel Lago Maggiore in corrispondenza di Intra.Il bacino idrografico naturale di questo fiume è di circa 132.35Kmq; l’altitudine massima è di 2301 m.s.l.m. , corrispondente al Monte Togano, la quota di sbocco è a 194 m.s.l.m. Il bacino è allungato in direzione nord-ovest, sud-est . Il crinale sulla destra idrografica separa il bacino del torrente San Bernardino dall’ampia valle del Fiume Toce, mentre a nord e sulla sinistra idrografica i bacini sono quelli dei torrenti Melezzo, San Giovanni e Cannobino. La relativa vicinanza del crinale alla Val d’Ossola determina la ridotta lunghezza degli affluenti di questo lato della Val Grande. Questi hanno andamento pressoché rettilineo e confluente ad angolo retto col corso d’acqua principale. Gli affluenti sulla sinistra idrografica, tra i quali il principale è il Rio Pogallo, presentano percorsi più articolati, di tipo dendritico , a causa della maggiore ampiezza del bacino su questo lato della valle.

Un brusco cambiamento nella configurazione del bacino si ha nella sua parte meridionale dove il torrente San Bernardino sfocia nella piana alluvionale: questo punto indica anche la fine della zona sottoposta all’azione erosiva del corso d’acqua e l'inizio della zona di accumulo dei materiali alluvionali.

Aspetti storici:
Da almeno sei secoli, nel bacino imbrifero del torrente San Bernardino, come negli altri corsi d’acqua di rilievo dell’alto Novarese, veniva praticata la flottazione del legname in precedenza ridotto in borre e borretti  fino alla foce, a lato di Intra. I tronchi tagliati e marchiati venivano fatti scivolare nel letto del torrente; qui venivano ammucchiati in attesa che la piena naturale o provocata da dighe, li trasportasse a valle. Il commercio del legname costituiva la più vasta attività del porto di Intra, con ramificazioni estese  su tutto il bacino del Lago Maggiore. I più importanti notai, avvocati, medici, sindaci e consiglieri possedevano capitali impegnati nel commercio del legname e del carbone.La flottazione  ebbe termine, con l’avvento delle rogge che convogliavano l’acqua necessaria a fornire l’energia idraulica per le macchine delle prime industrie tessili del Verbano. Siccome il metodo della flottazione provocava danni alle prese d’acqua delle rogge ed agli argini, fu abolito.
Connessione ad altri temi:

La flottazione del legname.

Le rogge. Le sbianche. Le centrali elettriche. I mulini, le segherie, le industrie tessili nell’ 800.

Bibliografia:

1. Valsesia T. Val grande ultimo paradiso  Alberti verbania,1983 2. Crosa Lenz P.. : Val Grande escursioni storia natura,  Grossi, Domodossola,1999

A cura di: Carlo Ramoni