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Museo dell’Ombrello e del Parasole (Gignese)

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La storia dei primi ombrellai è una storia di povertà. L’economia del Vergante alla fine del ‘700 costringeva all’emigrazione e alla ricerca di un lavoro lontano da casa. A Torino, a contatto con ambulanti francesi, avvenne la scoperta di una nuova possibilità: la riparazione e la costruzione di ombrelli.


La storia degli ombrelli e degli ombrellai del Vergante, creatori di un’attività che ha segnato profondamente l’economia e la vita della zona, è narrata con passione dal Museo dell’Ombrello e del Parasole di Gignese.

Periodo ottimale per la visita:Periodo di apertura: dal 1° aprile al 30 settembre. Chiuso il lunedì, escluso festivi e luglio e agosto. Nel mese di ottobre le visite sono possibili solo per i gruppi e su prenotazione Orario di apertura: dalle ore 10.00 alle 12.00 e dalle ore 15.00 alle 18.00 Tariffa ingresso: Intero 2.00 euro Ridotto 1.00 euro Indirizzo e recapiti: Via Golf Panorama,228836 Gignese (VB) tel./fax 0323 208064.
Percorso adatto a portatori di Handicapsi
Descrizione
Tempo necessario per la visita:1 ora.

Gli attrezzi del mestiere

 

Il laboratorio dell'ombrellaio

 

Prezioso parasole

 
Aspetti storici:
Secondo le indagini fatte da Igino Ambrosini (vissuto tra il 1883 e il 1955, figlio e fratello di ombrellai), risulta che le famiglie di ombrellai della zona del Vergante erano 170-180. I membri di queste famiglie si insediarono, esportando il lavoro di ombrellaio, a Torino, Milano, Roma, Bari e in altre città del Veneto della Liguria e della Campania. Non pochi, poi, si spinsero più lontano in Europa e anche in America del Sud.
Storie semplici quelle degli ombrellai, ma che sono specchio di una realtà di migrazione che ha portato l’abilità di questi artigiani in tutto il mondo.   Il Museo che descrive l’origine e la storia dell’ombrello e dell’attività dell’ombrellaio nacque nel 1939 presso le scuole elementari del paese per volere di Igino Ambrosini che già in precedenza aveva fondato il Giardino Botanico Alpinia.   Nel 1976 il Museo fu trasferito nell’attuale edificio per volere del Comune e dell’Associazione “Amici del Museo”  allora presieduta dall’industriale dell’ombrello Zaverio Guidetti.  I circa 10.000 visitatori all’anno (per metà stranieri) sono un indice significativo dell’interesse del pubblico e che diventa stimolo per il continuo miglioramento della struttura e delle attività museali.
Descrizione Specifica del luogo:
Se si osserva l’edificio che ospita il Museo dalle gradinate della Chiesa Parrocchiale di San Maurizio se ne può notare la pianta a forma di tre ombrelli aperti e affiancati.   All’interno l’allestimento è organizzato su due piani.
Nelle vetrine del primo piano sono esposti circa 150 pezzi (dei 1500 inventariati). Si tratta soprattutto di parasole e parapioggia che descrivono il mutare della moda dall’800 ad oggi. Sono inoltre esposti i materiali di costruzione degli ombrelli quali le stoffe per le coperture o le impugnature in avorio, legno o argento e quant’altro contribuisce ad impreziosire e a rendere funzionale quest’oggetto solo oggi di uso comune.   Al piano superiore si possono osservare dei figurini di moda che diventano testimonianze storiche. Inoltre foto d’epoca, attrezzi e oggetti legati alla vita quotidiana rappresentano una  testimonianza dell'attività lavorativa e della vita degli  ombrellai.
La vita degli ombrellai è anche testimoniata dai dipinti di Felice Vellan realizzati sugli spicchi di due ombrelloni.
Su di un pannello, inoltre, è registrato il “tarùsc” e cioè il gergo con cui gli artigiani comunicavano tra di loro.
Bibliografia:
Aghina A., L’ombrello. La sua storia e quella dei lusciàt del Lago Maggiore., Alberti Libraio Editore, Verbania
Altre Fonti:
www.cobianchi.verbania.it
www.provincia.verbania.it
www.varesegallery.com  www.gignese.it

A cura di: Boglioni Daniela