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Le industrie legate all’acqua (Cannobio)

Nella zona di Cannobio, tra la seconda metà dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, sorsero alcune attività industriali legate alla grande disponibilità di acqua della zona. Ora di queste industrie rimangono solo tracce e ricordi.
Periodo ottimale per la visita:Tutto l’anno.
Tasso di difficoltàTuristico
Descrizione

Lo stabile del setificio oggi adibito ad uso privato

 
Descrizione Specifica del luogo:
Delle due cartiere che funzionavano a Cannobio nei primi anni del Novecento rimane solo il ricordo perché gli stabili sono completamente persi o trasformati. Una si trovava vicino al torrente Cannobino in località ponte ballerino, l’altra in prossimità del lago dove oggi sorge il supermercato Conad. Anche la roggia che le alimentava è andata completamente perduta nei lavori di trasformazione della città.
Aspetti storici:
Nella seconda metà dell’Ottocento sorsero a Cannobio alcune industrie ad opera di imprenditori non cannobiesi.Il signor Gilbert, francese, era solito visitare molte località e dove trovava acqua e maestranze disponibili fondava la sua industria che era quella della seta.  
Il setificio Arrivato a Cannobio, trovò acqua in abbondanza. Avviò una filanda ed un filatoio che ben presto occuparono più di mille lavoratori o meglio lavoratrici in quanto l’elemento femminile era prevalente.   Molte operaie provenivano dalle zone del varesotto e molte dagli Istituti del milanese. Il setificio fu molto attivo fino a dopo la seconda guerra mondiale. In seguito le maestranze si ridussero a qualche centinaio di operaie e nel 1969 lo stabilimento fu definitivamente chiuso. Alla vigilia delle chiusura le operaie erano una sessantina.  
Le cartiere Un settore produttivo che assunse, nel secolo scorso, una qualche importanza nell’alto Verbano, fu quello cartario. Le fabbriche della carta avevano però un’importanza relativa, non certo da protagoniste nel panorama delle industrie locali. Le cartiere sorte nella zona non hanno mai dato lavoro a molti operai e sono durate alcuni decenni. La materia prima per produrre la carte è il legno, e in tutto l'entroterra del Verbano, nel primo Novecento, i boschi erano già molto sfruttati, tutto questo non era un vantaggio per la produzione della carta. La cartiera presso il torrente cessò la sua attività per prima, molti decenni fa, quella presso il lago durò fino agli anni sessante. Alcune persone oggi adulte ricordano che venivano prodotti grandi cartoni di colore azzurro che venivano spessi stesi sul prato del piccolo campo di calcio che esisteva prima di quello odierno, ad  asciugare al sole. Si trattava di un semilavorato che serviva per altri prodotti più raffinati.  L’acqua della stessa roggia della cartiera veniva pure utilizzata da una grande segheria, che sorgeva li vicino: la segheria Brocca.
Narrazioni:
Una nonna, la signora Amelia Zanni, racconta…
“Ricordo che dove adesso c’è un deposito dell’Aspan, di fronte all’ospedale, dove il fiume fa un’ansa, si trovavano i portoni; era una chiusa che permetteva di regolare l’afflusso di acqua da un canale, la rongia, che passava vicino al ponte ballerino che sfociava nel lago dove adesso si trova il posteggio della Finanza.Quest’acqua serviva per far funzionare i macchinari del setificio e della cartiera che si trovava dove oggi c’è il supermercato Conad, vicino al lido comunale”.
Bibliografia:
Zammaretti A., Il borgo e la pieve di Cannobio, vol. II, 1975, Cerutti ed., Verbania  Zammaretti A., Il borgo e la pieve di Cannobio, vol. III, 1980, San Gaudenzio, Novara

A cura di: Daniela Boglioni