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Civico museo archeologico di Mergozzo

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Il Civico Museo Archeologico di Mergozzo ospita numerosi reperti rinvenuti nel territorio ossolano, cusiano e verbanese e che testimoniano la presenza dell’uomo in queste zona già in epoca preistorica ed offrono un quadro della vita delle più antiche popolazioni dall’età della pietra sino alle soglie del Medioevo.


 


 

Periodo ottimale per la visita:

 
Il Museo, posto nella sede recentemente rinnovata dello storico “Palazzo Tamini” in Via Roma, è aperto con i seguenti orari:
Dal 1 giugno al 15 settembre: mar-dom dalle 16.00 alle 19.00
Dal 19 settembre al 31 maggio:
sabato dalle 16.00 alle 18.00 e domenica dalle 15.00 alle 19.00
in altri giorni ed orari apertura su richiesta per scolaresche e gruppi.
Per informazioni: 0323 845379 (Direzione Museo) 0323 80291 (Gruppo Archeologico Mergozzo), 0323 80101 (Comune di Mergozzo)
museomergozzo@tiscali.it
 
Si segnala che gli orari ed i giorni di apertura potranno annualmente subire lievi variazioni, si consiglia dunque di richiedere gli orari aggiornati ai numeri telefonici riportati sopra
 



 
Descrizione Specifica del luogo:
 
Dopo due anni di lavori nel settembre 2004 è stato inaugurato il nuovo Civico Museo Archeologico di Mergozzo nella sede, predisposta dal Comune di Mergozzo con finanziamenti regionali, all’interno di un edificio storico, Palazzo “Tamini”, che si affaccia sulla centrale Via Roma.
La ricca esposizione, cresciuta nel tempo grazie alla passione ed all’impegno del locale Gruppo Archeologico, è dunque oggi un museo modernamente concepito.


 


   DESCRIZIONE DELLE RACCOLTE:

Il museo è articolato in due sezioni, una dedicata alla tradizione della lavorazione della pietra, una a carattere archeologico.
Al primo piano la sezione “della pietra” ospita strumenti ed attrezzi del lavoro tradizionale dei cavatori e degli scalpellini che coltivarono le cave di granito di Montorfano e di marmo di Candoglia; accanto agli attrezzi sono esposti alcuni manufatti in pietra da contesti archeologici: epigrafi preromane e romane, opere medievali dal sito di Montorfano.
Tra le testimonianze “di pietra” si segnalano quattro grandi steli funeriarie in pietra da Brisino (Stresa) che conservano i nomi dei defunti trascritti nel locale alfabeto leponzio (I secolo a.C.).
Al secondo piano il percorso si articola in due sale, proponendo reperti archeologici ordinati secondo criteri cronologici. I reperti più antichi risalgono alla fine dell’età della pietra ed all’età del bronzo: si tratta per lo più di industria litica proveniente da Mergozzo, accanto al famoso pugnale in bronzo dell’Arbola e a materiali da altre località (Baceno, Cireggio di Omegna, Grassona di Cesara, Gravellona Toce, Gozzano…).
Tra questi materiali si segnalano per l’interesse documentario le asce da combattimento in pietra da Baceno e da Mergozzo risalenti al terzo millennio avanti Cristo.
La tarda età del ferro è invece rappresentata dai corredi della necropoli di Carcegna (I secolo a.C.) e da una spada celtica con fodero da Mozzio di Crodo, testimonianze della locale popolazione leponzia, dedita alla pastorizia, alla caccia, alla guerra ed aperta ai contatti commerciali con il mondo romano e transalpino.
Una seconda sala illustra l’età romana, attraverso i materiali dai numerosi scavi effettuati a Mergozzo, che consentono di cogliere sia i costumi funerari (necropoli di Praviaccio e della Cappella) che alcuni aspetti della vita quotidiana e delle tecniche produttive antiche (in particolare la fornace per laterizi d’età romana di Rubianco). Accanto ai più comuni oggetti di vita quotidiana, vasellame in ceramica e vetro, ornamenti personali, attrezzi da lavoro, si segnalano alcuni reperti più rari o curiosi, quali le pedine colorate in vetro per il gioco di strategia dei latrunculi, o, ancora, uno stilo scrittorio in ferro.
Chiudono il percorso i reperti delle tombe tardo antiche (IV-V secolo d.C.) di Carcegna e quelli altomedievali di san Giovanni in Montorfano, aprendo uno sguardo sulla fine del mondo antico e la Cristianizzazione del territorio. Nei costumi funerari si osserva il ritorno del rito inumatorio con la deposizione nelle sepolture di corredi comprendenti gruzzoli di diverse decine di monete. I reperti dall’area di San Giovanni in Montorfano rivelano invece l’impianto di una delle prime chiese cristiane e del più antico battistero del Verbano Cusio Ossola (VI secolo d.C.).
Alla visita in Museo può essere accostata la suggestiva passeggiata al sito di Montorfano dove, oltre al panorama sul “piccolo lago” di Mergozzo apprezzabile lungo il percorso, si possono ammirare le vestigia del battistero paleocristiano e la successiva chiesa romanica tuttora ben conservata.

Aspetti storici:
Una piccola mostra di materiale archeologico del territorio di Mergozzo, allestita nell’estate del 1969, fu motivo di incontro per un gruppo di appassionati delle più antiche testimonianze storiche del paese. Si costituì così, sotto forma di comitato, il Gruppo Archeologico di Mergozzo (G.A.M.) che, nell’antica Casa del Predicatore concessa dalla Parrocchia, cominciò a raccogliere in custodia conservativa il materiale archeologico che fu possibile reperire presso vari privati che ne erano in possesso o emerso dagli scavi condotti negli anni a Mergozzo ed in altre località provinciali.
Divenuta inadeguata la sede originaria, grazie all’intervento del Comune di Mergozzo e della Regione Piemonte, con il coordinamento della Soprintendenza ai Beni Archeologici del Piemonte, a partire dal 2003 i materiali sono stati trasferiti in una nuova e più moderna sede, rispondente agli attuali criteri di sicurezza ed accessibilità, inaugurata nel settembre 2004.
 

 

Connessioni con altri temi:
La via delle arti e dei mestieri/la via del granito.
Bibliografia:
Le pubblicazioni del gruppo Archeologico Mergozzo: Aa.Vv., La Preistoria dell’arte, 1977.
Aa.Vv., Ossola di pietra nei secoli, 1978.
Maulini Colombo F.-Ferro Bianco B., Questi sono gli statuti del Comune e   degli  uomini  di Mergozzo anno 1378, 1978.
Aa.Vv., Li molini e edificij d’acque d’Ossola e terre vicine, 1982.
Aa.Vv., Quando arriva la grisa, 1985.
Galloni E., Le colonne di granito di Montorfano della Basilica di San Paolo fuori le mura, 1988.
Aa.Vv., I dí d’la festa, osservanza e trasgressione nel rituale festivo, 1991.
Caramella P.-De Giuli A., Archeologia dell’Alto Novarese, 1993. Aa.Vv., Domina et madonna. La figura femminile tra Ossola e Lago Maggiore dall’antichità all’Ottocento, 1997. Aa.Vv. Storia di Mergozzo, 2003.  

 

A cura di: Boglioni Daniela