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La piarda d’imbarco di Candoglia

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Il duomo di Milano, una delle cattedrali più belle d’Europa, è costruito con il marmo proveniente dalle cave di Candoglia, una frazione di Mergozzo.

Tra i diversi motivi che hanno determinato la scelta di questo materiale va sicuramente ricordato la possibilità di trasporto relativamente  economica attraverso la via d’acqua del Toce, del lago Maggiore, del Ticino e del sistema di canali navigabili che giungevano a Milano.
Periodo ottimale per la visita:Tutto l’anno .
Descrizione
Tempo necessario per la visita:giunti sul posto, 10 minuti.

Candoglia di Mergozzo: la costruzione accanto al luogo deove era situata la piarda d'imbarco.

 

La lapide che ricorda il sesto centenario dell'avvio delle cave di Candoglia.

 

Candoglia di Mergozzo: il punto dove si trovava la piarda d'imbarco, visto dal Toce.

 
Descrizione specifica del manufatto:
Si tratta di una piccola costruzione posta sulla sponda sinistra del fiume Toce in prossimità della passerella che collega le due sponde. E’ stata ristrutturata nel 1987 in occasione del sesto centenario dell’apertura delle cave. Si trova nel punto dove c’era la piarda d’imbarco per i blocchi di marmo che dovevano raggiungere Milano. Il nome piarda era attribuito ad un terreno che terminava con un muraglione perpendicolare al pelo dell’acqua che facilitava l’attracco dei barconi. Una lapide posta appunto nel 1987 ricorda che si tratta di un edificio di proprietà della Venerdanda Fabbrica del Duomo di Milano ed una data, 24 ottobre 1387, data in cui Gian Galeazzo Visconti concesse ai Deputati della Fabbrica (del Duomo) il diritto di cavare tutto il marmo e il serizzo occorrenti e di trasportarli per via d’acqua a Milano e del tutto gratuitamente.
Aspetti storici:
Almeno due testimonianze permettono di individuare nel 1386 la data d’inizio di costruzione del duomo di Milano: la bolla del 12 maggio 1386 con la quale il vescovo di Milano annunciava l’intenzione della città di costruire una nuova cattedrale ed una lapide con la scritta: ”El principio dil Domo di Milano fu nel 1386”, attualmente murata nel duomo stesso. In quello stesso anno si attivò la  Veneranda Fabbrica che doveva provvedere alla costruzione. Inizialmente,  la Fabbrica decise di servirsi del materiale ricavato dai massi erratici abbandonati nel territorio di Mergozzo e dintorni, definibile genericamente “serizzo”. Le esigenze architettoniche e decorative dello stile gotico transalpino al quale intendeva rifarsi il duomo imponevano però l’utilizzo di un materiale che, oltre ad avere resistenza meccanica, presentasse la possibilità di essere lavorato nei più fini dettagli. Il marmo di Candoglia presenta queste caratteristiche e fu scelte dopo aver esaminato anche quello di Ornavasso, il paese dirimpetto Candoglia sull’altra sponda del Toce. Nonostante appartengano alla stessa lente marmorea, la qualità del materiale di Ornavasso è inferiore. Il marmo di Candoglia era già utilizzato in epoca romana, come dimostrano alcune testimonianze nei luoghi vicini ed addirittura anche  in Milano . Si trattava però di un utilizzo minimo rispetto a quello che avverrà a partire dagli ultimi anni del XIV secolo.Oltre alle caratteristiche tecniche, la scelta del marmo di Candoglia, sancita in pratica con il citato decreto del 1387,  è stata sicuramente determinata anche dalla possibilità di trasporto in tempi relativamente brevi ed economici attraverso la via d’acqua. Enormi barconi trasportavano il materiale dal porto sul Toce a Candoglia, al lago Maggiore, al Ticino, al Naviglio Grande che Gian Gaelazzo Visconti aveva provveduto a rendere navigabile ai grandi carichi sia per ragioni militari sia per ragioni commerciali.
Narrazioni:
I rapporti iniziali con le popolazioni locali non furono facili: esse non vedevano di buon occhio non tanto l’estrazione del marmo, quanto la lavorazione e l’asportazione dei massi erratici sui loro terreni coltivati con evidenti danni non risarciti. Bisogna anche considerare le condizioni di lavoro precarie con conseguenti  rivendicazioni. Ci fu anche un cambiamento sociale derivante dal fatto che numerose maestranze e dirigenti vennero da altri luoghi. Questi temi sono ben trattati nella bibliografia di riferimentoUn particolare curioso legato al trasporto per via d’acqua del marmo a Milano: grazie al citato privilegio concesso da Gian Galeazzo Visconti  nel 1387, i barconi che trasportavano il marmo esano esentati da dazi e pedaggi che invece erano la norma all’epoca. Questi barconi presentavano al scritta: “Ad Usum Fabricae” da cui sarebbe derivata l’espressione: “ad ufo” per indicare qualcosa di ottenuto gratuitamente, a spese degli altri.
Connessione ad altri temi:
Via dei mestieri .
Bibliografia:
AAVV, Ossola di pietra nei secoli, Antiquarium Mergozzo, 1978 FERRARI DA PASSANO C., Le sorgenti del Duomo, Federico Motta Editore, Milano, 1986 Aa.Vv., Storia di Mergozzo dalle origini ad oggi, G.A.M., 2003.

A cura di: Claudio A. Vicari