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Le meridiane: Il calendario nei secoli

Descrizione specifica del manufatto:

Il calendario romano primitivo, introdotto probabilmente nel VII secolo avanti Cristo, prevedeva che l'anno fosse composto da 304 giorni ripartiti in dieci mesi e iniziasse con marzo. I mesi erano di soli 29 o 30 giorni ed era necessario introdurre un mese ogni circa due anni. I giorni del mese erano indicati rispetto a tre date: le calende o primo giorno del mese; le idi, o giorno di mezzo, che cadevano nel tredicesimo giorno di alcuni mesi e nel quindicesimo di altri, e le none, ovvero il nono giorno prima delle idi.   Nel 46 avanti Cristo Giulio Cesare, su consiglio dell'astronomo egiziano Sosigene, adottò un calendario solare (calendario giuliano) della durata di 365 giorni e introdusse un anno bisestile di 366 giorni ogni quattro anni per compensare lo scarto calcolato di 0,25 giorni per anno. Il giorno in più, inserito dopo il 23 febbraio, era definito "bis sextus dies antes calendas martias" ossia il sesto giorno prima delle calende di marzo e da questa definizione deriva il termine anno bisestile. Nel 44 avanti Cristo Giulio Cesare diede il proprio nome al mese quintilis che divenne julius (luglio); il mese sextilis fu poi rinominato augustus (agosto) in onore del successore Augusto.


L'anno giuliano era 11 minuti e 14 secondi più lungo dell'anno solare. Questa differenza si accumulò nei secoli e nel 1582 l'equinozio di primavera era in anticipo di ben dieci giorni rispetto al 21 marzo, data fissata nel 325 dal primo concilio di Nicea. Per correggere l'errore il papa Gregorio XIII tolse per decreto dieci giorni dal calendario e si passò così direttamente dal giovedì 5 Ottobre 1582 al Venerdì 16 Ottobre 1582. Venne inoltre stabilito che gli anni dei centenari fossero bisestili solo se divisibili per 400 (calendario gregoriano).  Il calendario gregoriano è oggi diffuso nella maggior parte del mondo occidentale e in alcune parti dell'Asia.

Bibliografia:
www.artesolare.it.

A cura di: Nadia Del Favero