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La navigazione a vapore

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imbarco ai traghetti a Verbania-Intra

 

piroscafo (vecchia foto)

 

Il porto di Verbania-Intra in una vecchia stampa

 
Descrizione specifica del manufatto:
Il primo battello a vapore, il Verbano, era uno scafo in legno munito di una macchina Watt a vapore della forza di 18 cavalli e venne varato nel 1826 sotto la direzione dell’agente della Società Sardo Lombardo Elvetica Giacomo Redaelli.   Nel 1842 al primo si aggiunse il San Carlo (32 cavalli) e poi nel 1844 un secondo Verbano (32 cavalli) a memoria del primo andato distrutto con un incendio. Quest’ultimo assicurava una corsa giornaliera, compresa la domenica, da Magadino a Sesto Calende con diversi punti di approdo.  

Nel 1848 entrambi i vapori vennero messi a disposizione di Garibaldi e, a battaglia persa, rientrarono in servizio.   Nel 1851 il Governo austriaco varò per suo conto, con mire commerciali e strategiche, la cannoniera Radetzky e la cannoniera Taxis e il 23 febbraio 1852 il Governo Sardo stipulò un trattato commerciale con l’Austria per gestire la situazione economico-lacuale. Le cannoniere vennero cedute nel 1853 al Lloyd Austriaco che vi aggiunse un nuovo battello, il Benedek, approfittando di un temporaneo cessato servizio dell’impresa Sarda.   Nel 1854 il Lloyd riattivò, in seguito alla cessazione del regime militare, il servizio con la Svizzera e il servizio fluviale sul Po. Un piroscafo a motore, il Verona, partiva da Trieste e portava fino a Locarno passeggeri, posta e sale.   Nel 1855 il Governo Sardo rilevò i piroscafi dalla cessata Società Sardo Lombardo Elvetica ed aggiunse tre nuovi battelli con macchina a cilindri oscillanti a bassa pressione della portata di 180 tonnellate: il San Gottardo, il Lucmagno e il San Bernardino. Dopo la seconda guerra di indipendenza, nel 1860, rilevò anche il Taxis che ribattezzò Ticino e nel 1864 il Radetzky e il Benedek, ai quali diede il nome Elvetia e Sempione, e la piroga Ticino che ribattezzò Maggia.   In attuazione della legge del 14 maggio del 1865 l’esercizio della navigazione del lago Maggiore passò alla società per le Strade Ferrate dell’Alta Italia che assunse anche gli altri servizi lacuali della Lombardia.   Il 10 maggio 1867 la ditta Innocente Mangili di Milano assunse l’esercizio della navigazione. Venduti il Verbano e l’Elvezia ormai vecchi, venne aggiunto alla flotta rinnovata nelle macchine il Paleocapa, elegante e veloce piroscafo a elica destinato a gite di piacere. In seguito vennero varati altri scafi, in parte venduti o smontati negli anni successivi. Tra questi troviamo il Regina Magre, battello a vapore capace di 500 passeggeri in funzione ancora oggi.   Durante la prima guerra mondiale l’Impresa Mangili rinunciò al servizio che venne gestito prima da un Commissario governativo e poi, nel 1923, venne affidato alla Società Subalpina di Imprese Ferroviarie che aggiunse nuove imbarcazioni ad elica azionate da motori a nafta. Tra queste una motonave traghetto San Cristoforo per autoveicoli che consentì il trasporto di automezzi nei due sensi tra Intra e Laveno con un’intensità di traffico annuo di circa 40000 autoveicoli.  L’affermazione del motore e dell’automobile cambiarono i gusti nel trasporto e il servizio di navigazione entrò in una fase di crisi cronica. Il servizio è oggi piuttosto limitato e si incrementa durante il periodo turistico.

Bibliografia:
Renzo Boccardi, Antiche e recenti cronache di traffici ed industrie in Intra, 1949   F. Ogliari, le motonavi del verbano, in per la storia dei trasporti nell’area Verbanese, 1995, Alberti  F. Ogliari, la navigazione sui laghi Italiani. Lago maggiore, 1986, Cavallotti

A cura di: Nadia Del Favero