Approfondimento I pesci del torrente S. Bernardino e del torrente S.Giovanni

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I torrenti S.Bernardino e S.Giovanni scendono il primo dalla Val Grande e il secondo dalla Valle Intrasca e terminano il loro percorso nella piana alluvionale dove sorge la cittadina di Verbania Intra. I due fiumi la delimitano a Ovest e a Est.

Un’antica superstizione popolare attribuiva alle acque del S.Giovanni una cattiva qualità delle acque; <<Le acque di questi due fiumi sono di diversissima qualità, onde quello dalla parte Orientale è nocivissimo a chi ci entra dentro, e poi che è dalla parte Occidentale è salutifero  e ha molte virtù e massime a quelli che patiscono ulcere nelle gambe>> (Moriggia 1603). In realtà la qualità dei torrenti è del tutto simile ed anche la fauna ittica.   (3)  
Periodo ottimale per la visita:Tutto l'anno.
Percorso adatto a portatori di Handicapsi
Descrizione

La trota fario: (Salmo trutta fario - famiglia Salmonidi)

 

Lo scazzone: (Cottus gobio - famiglia dei cottidi).

 

Il barbo :(Barbus barbus - famiglia dei ciprinidi)

 

La trota fario: (Salmo trutta fario - famiglia Salmonidi)

 
Descrizione specifica del manufatto:
Sulla base della presenza di 4 diverse famiglie di pesci, si considerano convenzionalmente quattro differenti zone nel percorso di un torrente, secondo Huet, ma questa risulta molto generalizzata e poco applicabile ai fiumi italiani. La zonazione effettuata sui fiumi della Val Grande, è quella proposta da Zerunian, in cui si può parlare di: zona della trota, zona del temolo, zona dei ciprinidi a deposizione liofila, (deposizione di uova da parte di pesci, che avviene lungo il fondale roccioso delle rive dei fiumi) e  fitofila (deposizione di uova da parte di pesci, che avviene su materiale di origine vegetale). Bisogna comunque tener presente che le popolazioni ittiche possono venire influenzate da disturbi di origine antropica, quali immissioni di scarichi, sbarramenti, consolidamento di argini, o situazioni meteorologiche che portano, per esempio, a piene, condizionando il regime torrentizio. Nel rio Pogallo e nel rio Val Grande sono presenti pesci appartenenti alla famiglia dei salmonidi tra cui la trota fario, dei ciprinidi, come il barbo, e dei cottidi, come lo scazzone.    

La corrente, l'ossigeno disciolto e la temperatura hanno selezionato queste famiglie dando loro, inoltre, le caratteristiche morfologiche adatte per vivere nelle diverse zone del torrente. Il piano del Parco, inoltre, dopo i campionamenti del 1995, ha considerato che la pesca sportiva non alteri in modo negativo la composizione della popolazione ittica, per cui la pesca sportiva può continuare secondo la già presente regolamentazione e senza l’aggiunta di limitazioni. La normale regolamentazione della pesca, invece, verrà modificata: si potrà pescare solo sei giorni al mese durante il periodo concesso. Inoltre ogni pescatore dovrà possedere un tesserino rilasciato dall’ente parco. Un altro cambiamento riguarda i pesci che si potranno pescare: da cinque verranno portati a sette al giorno.Per il rispetto di queste norme è auspicabile la creazione di un corpo di guardia parchi in quanto si è potuta riscontrare la presenza di pescatori non autorizzati facilitati dalla pericolosità della zona.
La trota Fario:
(Salmo trutta Fario - famiglia dei salmonidi).
E' la cosiddetta trota di torrente e predilige acque fredde (5/10 gradi centigradi) e ben ossigenate. Si nutre di molti invertebrati e di avanotti (pesce appena nato, si dice specialmente se d’acqua dolce). Dai dati riportati nel Piano del Parco, si evidenzia la presenza di questa famiglia nel Rio Pogallo e si parla della sua presenza per ogni classe di età.
È territoriale e solitaria e per ripararsi dalla corrente cerca buche in posti al riparo da essa. Per riprodursi risale la corrente nel periodo autunnale. La capacità di muoversi contro corrente la deve ad una forma idrodinamica, "a siluro", che la favorisce rispetto ai pesci dalla forma appiattita in senso laterale.
Lo scazzone :
(Cottus gobio - famiglia dei cottidi).
E' un pesce con caratteristiche simili alla trota: come lei predilige acque fredde e ossigenate, fondo sabbioso o sassoso e ha un regime alimentare simile (larve di insetti, uova e giovani pesci). Questo pesce è un cattivo nuotatore; caccia di notte e soprattutto sul fondo del torrente. La sua riproduzione avviene nei mesi tra febbraio e maggio: il maschio diventa più vivace nelle tinte ed attira così la femmina che, dopo il corteggiamento, depone sulla superficie inferiore di sassi le uova. Successivamente il maschio le feconda e se ne occupa per cinque settimane, fino alla schiusa.
Il barbo : (Barbus barbus- famiglia dei ciprinidi)
Specie appartenente alla fam. dei ciprinidi a “deposizione litofila”, che quindi predilige zone con acque limpide, con corrente veloce alternata a quella più lenta dove l'acqua è più profonda. Possiede un corpo allungato e appiattito, con la bocca sul fondo del muso. Caccia prevalentemente di notte e la sua alimentazione è costituita da larve di insetti, crostacei e anellidi. La maturità sessuale viene raggiunta tra il terzo ed il quinto anno di età; la riproduzione avviene tra i mesi di maggio e giugno, quando la femmina risale la corrente e deposita le uova.

Bibliografia:

1. Ente Parco Nazionale Val Grande, "Una storia d'acqua", da grafiche Fovanna & Caccia, Gravellona Toce, 1999, pp. 24-25

2. Pellegrini M., Piano del parco nazionale Val Grande, strumento di indirizzo per la gestione e la pianificazione del territorio previsto dalla Legge Quadro nazionale (art. 12 L. 394/91); parte relativa alla fauna ittica redatta dal Dr. Mauro Pellegrini.

3. cfr. Valsesia T., Val Grande Ultimo paradiso, pag.27

A cura di: Ramoni Carlo