Il pioppo bianco

Le zone centrali del percorso del torrente S.Bernardino,umide e ricchissime di vegetazione (in alcuni punti addirittura impenetrabile), contrastano con la secchezza dei versanti rivolti a sud dove si risente del clima insubrico del Lago Maggiore. Le profonde forre (fossati ripidi e scoscesi prodotti dall ’erosione delle acque), caratterizzano gran parte del corso del torrente e dei suoi affluenti. Lungo questi pendii si sono insediate  diverse specie vegetali, caratteristiche di luoghi umidi e ombrosi, tra cui il pioppo bianco.


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Periodo ottimale per la visita:Tutto l'anno.
Tasso di difficoltàTuristico
Descrizione

Il pioppo bianco.

 
Descrizione specifica del manufatto:

Il pioppo bianco è un albero dal portamento eretto, alto fino a 30 metri. Sia il tronco sia i rami sono ricoperti da una corteccia biancastra e liscia, interrotta da numerose screpolature (lenticelle). Le foglie sono essenzialmente di due tipi: quelle che crescono sui corti rami fioriferi (cioè destinati a portare i fiori) sono provviste di picciolo breve e hanno forma ovoidale, con margine sinuoso o dentato; la pagine superiore è di un bel verde intenso, mentre quella inferiore è di colore grigiastra. Le foglie presenti sui rami destinati all'allungamento sono invece più grandi, bianche e fittamente pelose sulla pagina inferiore, di forma grossolanamente triangolare e con margine inciso in modo daIndividuare cinque lobi dentati. In febbraio - marzo, prima delle foglie compaiono i fiori, unisessuali , e portati da individui diversi. Piante maschili e piante femminili si distinguono le une dalle altre anche per il diverso portamento: le prime hanno in genere chioma piramidale, con rami poco divaricati, mentre le seconde presentano una chioma più espansa e irregolare. I fiori maschili sono formati da squamette sfrangiate alla cui ascella sono posti 6-8 stami, da prima porporini e poi gialli. I fiori sono riuniti in infiorescenze pendule (chiamate "gattini"), lunghe 8-10 centimetri, dall'aspetto tipicamente piumoso. I fiori femminili, che formano amenti meno fitti, più lunghi e più e più nettamente penduli, constano anch'essi di squamette sfrangiate alla cui ascella si trova un unico pistillo. L'impollinazione avviene esclusivamente ad opera del vento. I frutti sono capsule contenenti numerosi, piccoli semi, muniti di numerosi peli sericei. La miriade di fiocchetti bianchi che vagano nell' aria nei primi giorni di maggio sono proprio i minutissimi semi dei pioppi, alla ricerca di un terreno adatto per germogliare. Il pioppo bianco predilige i terreni alluvionali, profondi, freschi, permeabili, con un certo grado di umidità. Difficilmente forma boschi estesi: in genere lo si trova in piccoli e sporadici gruppi, talvolta puri ma spesso in associazione con pioppi neri, frassini, ontani e salici. In Italia è presente in tutta la penisola, sia a livello del mare sia ad altitudini superiori, spingendosi, sulla catena alpina, fino a 1500 metri di altitudine. Il pioppo bianco viene coltivato per la maggiore a scopo ornamentale. Si usa anche per alberature stradali e per rimboschire le rive dei fiumi ed i terreni a scarpata. Il suo legno è chiaro, tenero, omogeneo e leggero, ma di valore mediocre: viene utilizzato per tavolame corrente e per imballaggi, per la fabbricazione di compensati o come supporto nella fabbricazione di mobili di legno più pregiato. Il pioppo bianco è al secondo posto dopo le conifere quale fornitore di legno per la produzione di cellulosa da carta.

Aspetti storici:
Da almeno sei secoli, nel bacino imbrifero del torrente San Bernardino, come negli altri corsi d’acqua di rilievo dell’alto Novarese, veniva praticata la flottazione del legname in precedenza ridotto in borre e borretti  fino alla foce, a lato di Intra. I tronchi tagliati e marchiati venivano fatti scivolare nel letto del torrente; qui venivano ammucchiati in attesa che la piena naturale o provocata da dighe, li trasportasse a valle.Il commercio del legname costituiva la più vasta attività del porto di Intra, con ramificazioni estese  su tutto il bacino del Lago Maggiore. I più importanti notai, avvocati, medici, sindaci e consiglieri possedevano capitali impegnati nel commercio del legname e del carbone. La flottazione  ebbe termine, con l’avvento delle rogge che convogliavano l’acqua necessaria a fornire l’energia idraulica per le macchine delle prime industrie tessili del Verbano. Siccome il metodo della flottazione provocava danni alle prese d’acqua delle rogge ed agli argini, fu abolito.
Bibliografia:

1. Valsesia T.- Val grande ultimo  paradiso  -Alberti libraio editore,  Verbania 1987

2. Ferraioli E. ,Pozzi G. -Atlante degli alberi d’Italia. Le guide airone -Editoriale Giorgio   Mondatori,1987  3. Selezione dal Reader’s Digest.   Biblioteca per chi ama la natura -Guida pratica agli alberi e arbusti in Italia. Edizioni Reader’s Digest, Milano 1983

A cura di: Ramoni Carlo