Il lago di Mergozzo

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Il lago di Mergozzo si estende come estrema propaggine occidentale del lago Maggiore dal quale si è separato definitivamente solo cinque secoli fa con la formazione di una pianura alluvionale da parte del fiume Toce. In pratica in questo lago non entrano scarichi industriali e la popolazione di Mergozzo, l’incantevole borgo che si trova sulle sue rive, è collegata ad un collettore fognario e ad un depuratore  che addirittura  non scaricano le acque nel lago, bensì nel fiume Toce. Se a tutto questo

 aggiungiamo anche il divieto di navigazione con motore a scoppio, possiamo ben comprendere perché si tratta di uno dei migliori laghi d’Italia dal punto di vista della qualità delle acque.
Periodo ottimale per la visita:tutto l’anno .
Descrizione
Tempo necessario per la visita:da un’ora in avanti per una visita lungo la strada provinciale Fondotoce - Mergozzo e per la visita di Mergozzo.In particolare è possibile poi  seguire il tratto del “Sentiero azzurro” che costeggia il lago lungo le pendici del Montorfano e, dopo aver attraversato il bel canneto della sponda sud-orientale, raggiunge il territorio di San Bernardino Verbano  (no HC).

Il lago e, sullo sfondo, l'abitato di Mergozzo.

 

il lago di Mergozzo, separato dal lago Maggiore da una pianura alluvionale che si individua sullo sfondo.

 

Il lago di Mergozzo e il Montorfano.

 
Descrizione Specifica del luogo:
“Chi dalla riva di Pallanza si incammina alla volta dell’Ossola incontra, dopo un percorso di sette chilometri, un romito laghetto che si adagia tranquillo tra il granitico Monte Orfano e l’ubertoso Fayè, le sentinelle avanzate dei monti ossolani. I quali qui cominciano ad allargarsi in due grandi catene e ad elevarsi gradatamente verso il nevoso colosso del Weissmiss, presentando così un quadro meraviglioso in cui dall’onda azzurrina del piccolo lago l’occhio spazia insaziabile fino alla imponente e severa maestà delle Alpi” (COLLI E., Mergozzo Memorie storiche, 1931). Con queste parole, poste all’inizio della sua belle opera, il sacerdote Don Ernesto Colli inquadra il lago di Mergozzo: una piccola perla tra Verbano ed Ossola. Il grande valore del lago, oltre che dal punto di vista paesaggistico, dipende anche dalla qualità delle sue acque: dopo la diversione degli scarichi urbani realizzata nella prima metà degli anni ' 80, l’apporto di nutrienti algali sono bassi e quindi il lago si trova in condizioni trofiche ottimali e le acque sono da anni regolarmente idonee alla balneazione. La particolare conformazione e l’assenza di navigazione con motori a scoppio ne determinano un minimo moto ondoso ed il lago si presta molto bene per le gare di canoa e canottaggio anche a livello internazionale che su di esso si svolgono. Infine, alcune caratteristiche “tecniche” permettono di farsi un’idea del lago: Superficie del territorio che convoglia acqua (bacino di drenaggio): 10.4 km2 Superficie del lago: 1.82 km2 Profondità massima: 73 m Profondità media: 45.4 m Quantità d'acqua contenuta: 0.083 km3Acqua scaricata attraverso l'emissario: 0.44 m3 al secondo.
Aspetti storici:
Ancora cinque secoli fa il lago di Mergozzo doveva essere unito al lago Maggiore, formando un corpo d’acqua che in epoca romana arrivava sicuramente a Gravellona Toce e probabilmente ancora oltre nella Val d’Ossola.  Il continuo apporto di materiale alluvionale da parte del fiume Toce e dei suoi affluenti ha però portato ad un progressivo interramento di questo grande lago. Il fiume Toce, costretto ad aggirare il Montorfano a causa di una soglia rocciosa sulla quale sorge l’attuale abitato di Mergozzo, ha costruito poi definitivamente la pianura alluvionale che separa il lago Maggiore dal lago di Mergozzo. Non si hanno dati certi sul completamento della separazione, ma una serie di documenti farebbe pensare al XV secolo.
Narrazioni:
Il lago di Mergozzo prende il nome dal borgo che si trova sulle sua sponda occidentale, all’apice di quella forma a goccia  (o a pera) che si può attribuire al lago stesso. E Mergozzo deriverebbe il suo nome da un’antica voce celtica: “muregocium” che dovrebbe significare palude, acqua nera. In passato fu una via d’acqua importantissima verso l’ Ossola ma in generale anche la Svizzera e oltre grazie al canale navigabile che lo collega al lago Maggiore (dopo la costruzione nel 1968 di una soglia all’incile del lago non è più possibile questo passaggio diretto). La testimonianza più significativa è quella di Alessandro Volta che in una lettere al fratello Luigi descrive un suo viaggio a Ginevra utilizzando anche la barca dal lago Maggiore, al canale, al lago di Mergozzo  per poi riprendere la strada per Domodossola. Questa combinazione di viaggio piacque al Volta, perché nel 1801, chiamato a Parigi per presentare le teorie sulla pila, volle ripeterla. Quando con lo sviluppo di altre modalità di trasporto perse questa funzione, rimase comnuque, durante l’epopea dei “picasass” una via d’acqua per permettere di raggiungere facilmente le pendici del Montorfano dove si trovavano le principali cave.
Connessioni con altri temi:
Via dei mestieri..
Bibliografia:
COLLI E., Mergozzo nella storia, tip. Cattaneo,1931 IMPERIALI D., Mergozzo, memorie storiche, 1969 BARBANTI L., Vicende remote e recenti della conca verbanese, in VERBANUS- Società dei Verbanisti, n° 18, 1997Aa.Vv., Storia di Mergozzo, dalle origini ad oggi, G.A.M., 2003.
Altre Fonti:
http://www.iii.to.cnr.it/laghi/mergozzo/mergozzo.htm
www.arpa.piemonte.it/statoambiente/dpsir/mergozzo.htm.

A cura di: Claudio A. Vicari